La spalla è un articolazione molto importante e c’è una condizione che la può affliggere di cui non si è sentito parlare molto, ma molto conosciuta dagli addetti ai lavori.. Si tratta della “spalla congelata” o “capsulite adesiva”.
Le conseguenze per chi ne soffre sono; una rigidità articolare che limita i movimenti.
Le cause di tale male non sono ancora state individuate e a volte pare che insorga senza vere cause definibili.
La spalla congelata colpisce la capsula che circonda l’omonima articolazione rendendo più spessi i tessuti che la compongono
In condizioni normali l’articolazione della spalla, grazie alla sua particolare conformazione anatomica, permette di compiere un’ampia gamma di movimenti. Quando un paziente sviluppa la spalla congelata però, inspiegabilmente, la capsula che la avvolge diventa rigida e la perdita di elasticità è causa il dolore e limitazione dei movimenti, effetto tipico della malattia.
In particolare, quando si soffre di spalla congelata la possibilità di movimento sia attivo che passivo diminuisce, tradotto significa che tale limitazione è presente sia quando il paziente tenta di muovere attivamente il braccio, sia quando questo viene mosso dal medico o dal terapista. La diminuzione del movimento passivo è una delle caratteristiche che distingue la spalla congelata da altre patologie.
Spesso i casi di spalla congelata non hanno causa apparente, e talvolta la patologia insorge dopo un evento traumatico(lussazione, frattura contusione)anche se questi sono casi rari.
Dopo un ‘attenta valutazione col trattamento della spalla congelata ci si pone come obiettivo la riduzione del dolore ed il riacquisto della mobilità.
Un bravo fisioterapista sarà in grado di ottenere ottimi risultati grazie a specifici esercizi di allungamento e di mobilizzazione.
Trattamento e riabilitazione: Oltre agli esercizi di riabilitazione sempre con l’aiuto e la supervisione di un esperto fisioterapista, altri accorgimenti utili sono: creare o cercare una fonte di calore che aiuta a allentare il blocco articolare. Provare altre terapie fisiche come ultrasuoni, laserterapia che servono ad accelerare il recupero; Iniezioni locali di cortisone che contribuiscono a ridurre il dolore degli stati iniziali;manovre osteopatiche e agopuntura, se eseguite da professionisti seri possono portare beneficio.
Accorgimenti
Durante tutto il periodo riabilitativo andranno evitati movimenti bruschi ed impegnativi come il sollevamento di pesi con il braccio dolente. Solitamente la fase gelida è la meno sensibile ai trattamenti, perciò il persistere di dolore e ridotta mobilità in questa fase, non deve demoralizzare il paziente che anzi, deve continuare e persistere con le terapie intraprese.
A cura della redazione di Riability Milano
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